REPUBBLICA DELL'OSSOLA 70° ANNIVERSARIO 1944 - 2014

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CITTADINANZA - REPUBBLICA DELL'OSSOLA

Guglielmo Canevascini

Nato nel Canton Ticino nel 1886 e morto a Lugano nel 1965, cittadino svizzero di lingua italiana, militante socialista ha tutti i meritati titoli per essere degnamente incluso nella storia della Resistenza Ossolana. Fu difatti artefice dell'ospitalità dei profughi italiani e Ossolani in Svizzera nell'ottobre del 1944.

 
 
 

Alba Dell'Acqua Rossi

Nasce a Milano il 24 ottobre 1917 in una famiglia di un piccolo imprenditore anarchico e pacifista. Aveva solo dodici anni quando un’irruzione dei fascisti nello studio di suo padre e il successivo rogo dei libri, nel cortile di casa, segnò per sempre la sua visione. Nel 1939 si laureò e a 25 anni vinse il concorso a cattedre di matematica e fisica nei licei. Nel 1943 Alba faceva la staffetta, portando informazioni e materiali ai partigiani della Val Sesia e preparava documenti d’identità falsi per gli ebrei e altri ricercati; quando, incaricata di portare a Cino Moscatelli, commissario politico delle Divisioni Garibaldi in Val Sesia e Val d’Ossola, una ricetrasmittente, fu vista con lui, fu costretta ad entrare in clandestinità. Dopo una permanenza in Val Sesia venne mandata in Val d’Ossola, zona di grande importanza strategica. Nel 1944, alla caduta della repubblica dell’Ossola, riparò in Svizzera. Alba muore il 24 luglio del 2011.

 

 

 

 
 
 
 

Ester Maimeri Paoletto

“Staffetta azzurra” perché fece parte degli “azzurri” cioè della brigata “Valtoce”. Il padre di Ester, ingegnere chimico, è direttore della “Rumianca” di Pieve Vergonte. Ed è proprio il padre, antifascista, nell'estate del '44 a coinvolgere la figlia, allora studentessa del liceo, nelle azioni di staffetta per il contatto con i gruppi partigiani azzurri della “Brigata Valtoce”, seguendola, aiutandola e consigliandola. All'epoca dei fatti Ester aveva 16 anni. La ragazza non imbraccia il mitra; a lei spetta il pericoloso compito di staffetta di collegamento fra le bande distribuite in montagna: aggirare posti di blocco in bici e recapitare messaggi orali o scritti. Durante quell'inverno del '44 arriva la fame e Ester viene mandata alla ricerca di cibo: ciò le permette di avere un alibi per le sue scorribande da staffetta senza dare troppo nell'occhio. Conosce una signora, sfollata da Milano, che le fa avere i contatti a Ornavasso, che raggiunge spesso da Vogogna, dove la famiglia possiede una casa e dove lei risiede assieme a due ufficiali repubblichini. È orgogliosa per la fiducia che gode e conscia della gravità del compito affidatole: conosce il quartier generale partigiano in Val Strona, dove incontra Barba con cui concorda un piano secondo le direttive date dal padre. Alla fine della guerra gli viene consegnato il brevetto partigiano firmato dal generale Alexander. Ha scritto il libro “Staffetta Azzurra” (edito Mursia) in cui racconta le sue imprese e le sue emozioni giovanili.

 

 

 

 
 
 

Luigi Pellanda

Arciprete di Domodossola, storico

Crodo 1885 - Domodossola 1961

Ordinato sacerdote nel 1908, iniziò la sua attività pastorale come coadiutore e poi fu titolare di parrocchia a Varzo e a Domo. Visse i tragici avvenimenti che sconvolsero l’Ossola fra il 1943 e il 1945 con coraggio e rischio personale per difendere la giustizia, i deboli e i perseguitati e lasciò memoria obiettiva dei fatti, vissuti in prima persona, nella rievocazione storica L’Ossola nella tempesta (volumetto uscito nel 1955) fonte insostituibile di notizie. Fu in gioventù pioniere del motociclismo, delle proiezioni luminose e del cinema, considerati come mezzo educativo, inoltre animatore del canto gregoriano nelle funzioni parrocchiali. Fu studioso di Innocenzo IX e scrisse la storia della chiesa parrocchiale di Domo. È ricordato come custode attento e zelante delle tradizioni locali e degli oggetti sacri. Gli Ossolani lo giudicarono un santo prete e un gran galantuomo.

da: Ossolani illustri, di Angela Preioni Travostino

 

Teresa Adele Binda

Nata a Suna di Verbania nel 1904, fucilata a Beura Cardezza  il 27 giugno 1944, operaia tessile, Medaglia d'oro al Merito civile alla memoria. Maestra di telaio alla Rhodiaceta, era rimasta vedova a soli 25 anni. Quando l'unico figlio (Gianni Soffaglio, classe 1928), decise di andare in montagna con i partigiani, non esitò a raggiungerlo. Catturata dai nazifascisti che la incarcerarono e la torturarono per estorcerle informazioni sulla Resistenza. Teresa Binda non parlò e fu fucilata.

 

Francesco Albertini

Nato a Gravellona Toce  il 30 dicembre 1906, deceduto a Verbania il 17 dicembre 1996, avvocato, parlamentare socialista, dirigente dell’ANED. Nel 1943 Albertini, che è tra gli organizzatori della Resistenza nell’Ossola, finisce in carcere a Torino ed è deportato a Mauthausen, immatricolato con il numero 53347. Albertini non cede e, nel Lager, entra a far parte dell’organizzazione internazionale di resistenza del sottocampo, dal quale sarà liberato il 5 maggio del 1945.

 
 

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